Arrestati per associazione mafiosa e favoreggiamento: nuovi sviluppi nell'operazione contro Matteo Messina Denaro

Arrestati a Trapani per associazione mafiosa e latitanza di Matteo Messina Denaro, altri complici individuati. Operazione anti-mafia dei Carabinieri.

A cura di Redazione
27 marzo 2024 12:26
Arrestati per associazione mafiosa e favoreggiamento: nuovi sviluppi nell'operazione contro Matteo Messina Denaro
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Trapani – Trapani – arresti per associazione mafiosa e favoreggiamento della latitanza di Matteo Messina Denaro. Il 27 marzo 2024 il Ros, con il supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri di Trapani, Milano e Monza Brianza, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Palermo, su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, a carico degli indagati Gentile Massimo, Leone Cosimo e Gulotta Leonardo Salvatore.

L’attività investigativa, finalizzata a smantellare il contesto mafioso che ha permesso a Matteo Messina Denaro di rimanere latitante e di esercitare il ruolo di capo mafia per circa 30 anni, ha portato alla luce elementi che ipotizzano il coinvolgimento degli arrestati.

Gentile Massimo, sospettato di far parte dell’associazione mafiosa cosa nostra, avrebbe ceduto la propria identità a Messina Denaro per permettergli di sottrarsi alla cattura e continuare a dirigere il sodalizio mafioso. Leone Cosimo avrebbe garantito al sodalizio le proprie competenze mediche e la possibilità di movimento all’interno di strutture sanitarie, fornendo al latitante un telefono cellulare e svolgendo un ruolo di riferimento durante il percorso terapeutico.

Gulotta Leonardo Salvatore, sebbene non coinvolto direttamente, avrebbe contribuito all’organizzazione mafiosa fornendo un’utenza telefonica per la gestione dei mezzi di trasporto utilizzati da Messina Denaro. Questa operazione è la continuazione delle indagini che hanno portato all’arresto di diversi complici di Messina Denaro nel corso degli ultimi mesi.

Al momento sono in corso perquisizioni nella provincia di Trapani e in Lombardia per trovare eventuali ulteriori prove che possano aiutare nell’inchiesta.

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